Nessuno è colpevole
Andrea Murru | 7 Luglio 2008Tra le tante contraddizioni della morale cristiana, quelle relative al peccato e alla colpa sono tra le più eclatanti. Illuminante è a riguardo uno stralcio tratto da “Le filosofie atiche e medievali” di Giovanni Casertano:
L’uomo è libero: se non si ammettesse ciò, non si potrebbe ammettere l’agire morale dell’uomo. Ma la libertà dell’uomo, che è un dono divino, significa che l’uomo può scegliere il bene, ma può scegliere anche il male: cosí ha fatto Adamo, e con lui ed in lui tutta l’umanità ha peccato; senonché il male fatto dall’uomo non va imputato a Dio, bensí soltanto all’uomo, anche se Dio ha previsto il suo peccato. Ma Dio, onnisciente (prevede il peccato dell’uomo) è anche onnipotente: non determina quindi l’uomo al male? La risposta di Agostino è in fondo – e non poteva essere altrimenti – una riaffermazione della tesi assunta, della conciliazione cioè tra l’onniscienza-onnipotenza divina ed il libero arbitrio dell’uomo è vero che Dio prevede l’azione umana, ma la prevede proprio come il risultato della sua libera volontà.
Quale equilibrismo dialettico per conciliare la libertà di azione degli individui con l’onniscenza e onnipotenza di Dio! Eppure il discorso ha pure una sua qualche coerenza interna, a patto però di rinunciare al concetto di “responsabilità” morale.
In sostanza, da un punto di vista superiore, le azioni di un individuo sono determinate in modo completo da due sole “forze”: le sue caratteristiche “genetiche” o “di nascita” e l’ambiente esterno con il quale l’individuo interagisce. Non è chiaro quale delle due forze sia preminente (o in quale misura agisca rispetto all’altra), ma è (in questo contesto) irrilevante: nessuna delle due è infatti “scelta” dall’individuo, il quale non può quindi considerarsi moralmente responsabile. Non la genetica (visto che si tratterebbe di una scelta ante-nascita). Non l’ambiente, nel quale un individuo si viene a trovare indipendentemente dalla sua volontà.
Ovviamente L’individuo compie delle scelte durante la sua vita che (tra le altre cose) modificano anche l’ambiente. Ma ogni scelta, a cominciare dalla prima, dal primo atto di volontà in assoluto, non può che essere imputata alla genetica e all’ambiente nel quale ha vissuto fino a quel momento e quindi risulta pre-determinata e senza responsabilità morale in modo perfettamente coerente con l’onniscienza di Dio.
Sfortunatamente così il peccato, l’inferno, il regno dei cieli, il pentimento etc, perdano di qualsiasi significato….