Omonimia
Andrea Murru | 30 Luglio 2008[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=5VYz6k84MGU]
Non credo di avere un nome molto comune, ma comunque qualche omonimo lo trovo anch’io… e qualche volta anche in formato multimediale!
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Non credo di avere un nome molto comune, ma comunque qualche omonimo lo trovo anch’io… e qualche volta anche in formato multimediale!
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Questo video e il post su un blog mi hanno portato ad una riflessione sul senso delle ricerche per “spiegare”, direi quasi “giustificare” i miracoli (attribuiti a santi o divinità varie) o in generale alle tante “fantasiose” affermazioni lagate all’intervento divino della bibbia o degli altri testi “sacri”.
A mio parere c’è una quasi totale equivalenza tra lo “spiegare” in termini scientifici un miraco e l’affermare che il racconto è falso: in entrambi i casi si tratterebbe di un semplice “trucco” 🙂
Se ad esempio Gesu avesse camminato sulle acque sfruttando le proprietà di un fluido non newtoniano, semplicemente avrebbe compiuto uno spettacolo di magia e quindi la storiella della bibbia sarebbe sì più credibile, ma non avrebbe nulla di soprannaturale.
Come quando (più di recente) analizzato il sangue di una qualche madonnina piangente, gridano soddisfatti che si tratta di sangue umano ! Davvero stupefaciente :)) E guarda caso è magari proprio quello del padrone della statua 🙂 Ovviamente la cosa notevole sarebbe proprio il contrario; NON è sangue umano, né di alcun animale conosciuto…
Young friend, God and his people expect much from u because u have within you the Fathers supreme gift: the Spirit of Jesus – BXVI
Cosa avrà spinto Benedetto XVI ad usare un SMS e a scriverlo con la “u” al posto di “you” ? Il desiderio di apparire giovanile, al passo coi tempi e con le tecnologie, ovviamente.
Purtroppo, devo ammettere che si tratta di una scelta felice…. quanto si ha da imparare dalla Chiesa cattolica e dalla sua comunicazione apparentemente poco efficace. Chi altro infatti potrebbe mai essere nella sostanza tanto intransigente e retrogrado su tutti i temi (dalla dottrina alle messe in latino, dall’abbigliamento al rapporto con la scienza, dai temi “etici” alla realpolitik con i Cinesi) ed apparire moderno e conciliante con un solo messaggino privo di significato, ma dalla forma giovanile ?
La verità è che ciò che nessuno avrebbe neppure avuto il coraggio di pensare… a Benedetto XVI viene invece giosamente concesso da un enorme pubblico di sudditi privi di coscienza critica che accettano le sue parole con totale e rassegnata accondiscendenza.
Sull’isola greca di Zante, pare che il divertimento giovanile e trasgressivo raggiunga i massimi livelli.
L’ultima trovata che è quella di una gara di sesso orale: la notizia sembra attendibile: è stata riportata dal corriere della sera e si trovano pure delle foto.
La sola domanda che mi pongo è: “è stato davvero divertente ?”. Sinceramente mi sembra davvero difficile trovare piacere in una situazione del genere (che mi fa pensare come prima cosa alla totale mancanza di igiene) anche per i maschietti… figuriamoci per le signorine, che hanno anche rimediato una denuncia per atti osceni. Pare che si tratti di 9 turiste inglesi, pagate per partecipare alla gara… ma non credo che i 100€ ottenuti possano rappresentare la vera motivazione di un gesto del genere. Protagonismo ? Masochismo ? Disperato bisogno di essere consideriti parte del gruppo ? Mah forse solo noia ?
Ovviamente la mia è solo curiosità per un gesto che non capisco. Per il resto, visto che si tratta di adulti consenzienti che non hanno fatto alcun male a terzi, mi pare davvero poco sensata una punizione per legge. Ma questo del “moralismo” di stato è un’altro discorso, più grave e più serio purtroppo.
Se l’XML non vi è mai piaciuto e JSON non vi sembra una soluzione adeguata, Protobuf potrebbe essere la soluzione che aspettavate.
L’idea interessante è quella di generare delle classi (ad esempio in C++) che forniscono un accesso estremamente comodo attraverso setters e getters (anche se io avrei fatto una scelta diversa) e integrazione con le funzionalità del linguaggio (come gli stream di IO) e contemporaneamente estremamente efficiente in termini di parsing (realizzato infatti ad hoc per il singolo schema) e memorizzazione (direttamente in strutture del linguaggio).
Da molti punti di vista un approccio di questo tipo è la soluzione ottimale nel caso in cui si abbia a che fare con dati con una struttura omogenea e nota a priori, la cui manipolazione ha un peso significativo per l’efficienza del sistema nel complesso.
Non sono un fan dell’XML, ma non posso non notare che una soluzione del genere è implementabile anche con XML (e viene nei fatti usata da tempo ad esempio da gSOAP), ma non con JSON che manca di uno standard di definizione degli schemi. Rispetto a XML però non so dire quali siano i vantaggi: semplicità nella generazione delle classi nel linguaggio scelto ? Efficienza nella rappresentazione dei dati (utile ad esempio per ridurre la banda in caso di trasmissione) ? Efficienza comunque nel parsing (anche se ad hoc per schema) ? Non saprei, presto per dirlo, ma se dovesse servirmi qualcosa del genere, darò sicuramente un’occhiata più approfondita a questa libreria.
Servizio lanciato da DZone, Refcardz è in pratica una raccolta di pratici riferimenti su temi specifici (da Spring a GWT, dal formato Atom alla costruzione dei plug-in di eclipse).
Mi ha fatto pensare ad una sorta di bignami dell’era digitale…. ti chiedi se possa servire davvero a qualcosa. Mah forse per certi argomenti estremamente specifici, tipo “Shortcuts in NetBeans 6.1”, potrebbe avere un senso…. per il resto non mi pare.
Tra le tante contraddizioni della morale cristiana, quelle relative al peccato e alla colpa sono tra le più eclatanti. Illuminante è a riguardo uno stralcio tratto da “Le filosofie atiche e medievali” di Giovanni Casertano:
L’uomo è libero: se non si ammettesse ciò, non si potrebbe ammettere l’agire morale dell’uomo. Ma la libertà dell’uomo, che è un dono divino, significa che l’uomo può scegliere il bene, ma può scegliere anche il male: cosí ha fatto Adamo, e con lui ed in lui tutta l’umanità ha peccato; senonché il male fatto dall’uomo non va imputato a Dio, bensí soltanto all’uomo, anche se Dio ha previsto il suo peccato. Ma Dio, onnisciente (prevede il peccato dell’uomo) è anche onnipotente: non determina quindi l’uomo al male? La risposta di Agostino è in fondo – e non poteva essere altrimenti – una riaffermazione della tesi assunta, della conciliazione cioè tra l’onniscienza-onnipotenza divina ed il libero arbitrio dell’uomo è vero che Dio prevede l’azione umana, ma la prevede proprio come il risultato della sua libera volontà.
Quale equilibrismo dialettico per conciliare la libertà di azione degli individui con l’onniscenza e onnipotenza di Dio! Eppure il discorso ha pure una sua qualche coerenza interna, a patto però di rinunciare al concetto di “responsabilità” morale.
In sostanza, da un punto di vista superiore, le azioni di un individuo sono determinate in modo completo da due sole “forze”: le sue caratteristiche “genetiche” o “di nascita” e l’ambiente esterno con il quale l’individuo interagisce. Non è chiaro quale delle due forze sia preminente (o in quale misura agisca rispetto all’altra), ma è (in questo contesto) irrilevante: nessuna delle due è infatti “scelta” dall’individuo, il quale non può quindi considerarsi moralmente responsabile. Non la genetica (visto che si tratterebbe di una scelta ante-nascita). Non l’ambiente, nel quale un individuo si viene a trovare indipendentemente dalla sua volontà.
Ovviamente L’individuo compie delle scelte durante la sua vita che (tra le altre cose) modificano anche l’ambiente. Ma ogni scelta, a cominciare dalla prima, dal primo atto di volontà in assoluto, non può che essere imputata alla genetica e all’ambiente nel quale ha vissuto fino a quel momento e quindi risulta pre-determinata e senza responsabilità morale in modo perfettamente coerente con l’onniscienza di Dio.
Sfortunatamente così il peccato, l’inferno, il regno dei cieli, il pentimento etc, perdano di qualsiasi significato….
Spesso le tabelle sono molto utili per rappresentare in modo visuale delle informazioni complesse, ma rappresentabili in qualche modo su un piano (bidimensionali) e discritizzate. Ovviamente la discretizzazione dev’essere sufficiente a focalizzare il significato delle grandezze, ma tale da non comprometterne il significato. E quasi sempre la vera difficoltà è scegliere il piano di rappresentazione e l’entità della discretizzazione.
Le competenze di un programmatore sono una di quelle cose che (per eccesso di complessità) si rischia di considerare non formalizzabili in una qualche forma rigorosa… ed in buona misura sono convinto che così sia. Non per questo non è apprezzabile lo sforzo di qualcuno che prova a determinare un piano e una discretizzazione per il problema in esame. Con l’obiezione che ha troppi valori (sia in x che in y), alcune idee mi sembrano interessanti.
Gli effetti di stimoli biochimici sulle sensazioni, sulla mente, sono un tema estremamente affascinante. In effetti, credo che la strada più breve (ma ancora estremamente lunga) per l’onnipotenza, consista non nel controllo della realtà, ma nel controllo (nella simulazione) degli input del nostro cervello. In effetti l’ipotesi di maggior semplicità (rispetto al controllo della realtà) non è affatto scontata e si porta dietro una visione Kantiana della mente come strumento per la conoscenza della realtà, abbastanza rassicurante, anche se non pienamente “moderna” nel momento in cui la Realtà mantiene una sua identità concettuale separata dal modo di vederla (dallo strumento conoscitivo). Comunque sia, certe notizie sembrano assolutamente compatibili con questa visione e sembrano anzi rivelare la presenza di qelli che chiamerei veri e propri “bachi”: cortocircuiti tra certi input e certi effetti che lasciano davvero attoniti anche i più aperti ad una visione completamente materialistica. E’ il caso delle droghe sonore (iDoser). Davvero una cosa interessante.
Apprezzo molto quando qualcuno usa i numeri (e in particolare la statistica) per spiegare la realtà, specie in contesti in cui la razionalità non sembra una “forza” importante… la qual cosa ovviamente non impedisce a chi la usa di capire la realtà meglio degli altri 🙂
In questo caso, uno studio di due ricercatori spagnoli ha avuto il merito di aumentare il grado di comprensione sulla “lotteria dei calci di rigore”. Strano davvero che l’unico fattore statisticamente rilevante sia un aspetto esclusivamente psicologico… mi chiedo se ci siano fenomeni simili nel poker o nella finanza.